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Medicina dello Sport: Beppe Bergomi, Prof. Combi, Prof. Dragonetti e Andrea Ravelli, ospiti da Cova



L'incontro che si è tenuto l'8 maggio nel bellissimo "Salotto da Cova" presso la Pasticceria Cova di Via Montenapoleone è stato davvero molto interessante e, anche se gli ambiti erano in parte diversi, abbiamo ritrovato i valori della nostra Associazione. Il titolo, "Che sport fai? Il medico dello sport"; il tema, il rapporto tra la medicina e lo sport.


La medicina e lo sport sono strettamente legati. Innanzitutto fare regolare attività fisica può aiutare a prevenire molte malattie croniche. Inoltre gli sportivi sono inevitabilmente a rischio di lesioni e patologie legate all'attività fisica intensa. La medicina sportiva si occupa di prevenire, curare e riabilitare le lesioni sportive, consentendo agli atleti di continuare a praticare il loro sport in modo sicuro e sano.


Ospite dell'incontro Giuseppe Bergomi, bandiera dell'Inter e della nazionale italiana di calcio, oggi allenatore e commentatore televisivo, che ha sottolineato l'importanza del gioco di squadra. Ogni giocatore all'interno di un team ha abilità e conoscenze individuali che indubbiamente contribuiscono al successo del team stesso; ognuno deve infatti svolgere il proprio ruolo in modo efficace e coordinarsi con gli altri membri per ottenere il massimo successo possibile; anche la comunicazione, la collaborazione e la fiducia reciproca sono fondamentali per la vittoria. Tuttavia, è importante ricordare che lo sport è un gioco di squadra, e la vera vittoria si ottiene solo quando tutti i giocatori agiscono insieme per raggiungere un obiettivo comune.

È l'intera squadra che vince, noi di Libellule lo sappiamo bene. I nostri medici prendono in considerazione la salute della paziente a 360°, collaborando strettamente tra loro e con gli specialisti delle breast unit di provenienza. E per noi l'espressione "insieme si vince" è sempre stata un vero e proprio credo.

I relatori dell'incontro hanno portato la loro esperienza, le loro testimonianze, i loro racconti di lavoro e di vita.


Il Prof. Franco Combi, specializzato in Terapia Fisica e Riabilitazione, Reumatologia e Medicina dello Sport, è stato medico sociale e responsabile sanitario dell'Inter e del Sassuolo oltre che consulente fisiatra della Juventus. Dal 1988 è fisiatra della nazionale italiana di atletica leggera, medico responsabile dell’Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio e responsabile del settore riabilitazione recupero infortunati della Sport Service Mapei. Attualmente è Direttore del comitato scientifico e Direttore sanitario del Consorzio per la riabilitazione sportiva agonistica dell’Università di Pavia, docente di Medicina manuale all’Università La Sapienza di Roma e insegnante presso la Libera Università degli studi L.U.de.S. di Lugano.


Il Prof. Alberto Giulio Dragonetti, presidente dell'Associazione Tra Capo e Collo Niguarda, Medico Chirurgo con specializzazione in Otorinolaringoiatria e Patologia cervice-facciale e professore presso la Scuola di specializzazione in Otorinolaringoiatria dell’Università di Milano, è oggi direttore della struttura complessa di Otorinolaringoiatria e Patologia cervice-facciale presso l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano. È stato fra l’altro consulente esterno dell’Inter, ma l’esperienza con sportivi a cui è più legato è quella con Andrea Ravelli, atleta guida dello sciatore alpino ipovedente Giacomo Bertagnolli, atleta delle Fiamme Gialle, vincitore di quattro medaglie ai Giochi Paralimpici del 2022 a Pechino.


L'atleta Andrea Ravelli, anch'egli ospite dell'incontro, ci ha raccontato di come il rapporto tra un atleta guida e un atleta ipovedente sia basato sulla fiducia, sulla comunicazione e sulla collaborazione reciproca. Il primo funge da occhi per il secondo, fornisce indicazioni verbali sul percorso, sulle condizioni della pista e sugli eventuali ostacoli. Va da sè che la guida debba essere altamente qualificata per adattarsi alle esigenze dell'atleta ipovedente e garantire la massima sicurezza durante la competizione. E ci viene in mente che la presenza dell'atleta guida può anche rappresentare una fonte di motivazione e ispirazione per l'atleta ipovedente, poiché può essere d'aiuto per superare i propri limiti e le sfide per raggiungere ogni volta nuovi obiettivi.

Trovare il coraggio di affrontare una sfida grazie a chi non ti abbandona. Anche questo concetto ci è molto familiare. Il rapporto di fiducia ed empatia che si crea in Associazione tra gli specialisti e le pazienti è davvero importante per la rinascita dopo il tumore, infonde coraggio e dà forza e speranza in un futuro di guarigione. Prendere per mano le pazienti e condurle senza mai lasciarle sole durante tutto il percorso della malattia, fatto di incertezze, paure e ostacoli significa aiutarle a superare un problema fisico e psicologico che rende la strada molto più difficile se la si percorre da sole. Anche per questo non ci stancheremo mai di incoraggiare e promuovere la condivisione tra pazienti Libellule, perché sappiamo che può fare la differenza nel cammino verso la guarigione. È supporto psicologico, è conforto, è amore.

L'incontro è stato moderato dall'amico e sostenitore dell'Associazione Libellule, il giornalista de La Gazzetta dello Sport, Andrea Elefante.


La foto gallery della serata (ph.Fabio Bozzani)





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